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Come vi avevamo anticipato, il 27 giugno si è tenuto a Bruxelles il convegno Verso un mercato sostenibile di Housing Sociale in Europa: quali esperienze dal modello italiano?. Nel corso dell’evento Fondazione Cariplo e Fondazione Housing Sociale hanno presentato il sistema italiano di welfare abitativo che, già sperimentato con successo in Lombardia e avviato poi sul territorio nazionale, può diventare modello per l’implementazione delle future politiche comunitarie, che dovranno cercare di dare una risposta sostenibile ai problemi legati all’abitare sociale in Europa.

Come dimostrano infatti alcuni indicatori, presentati in apertura del dibattito, oltre 120 milioni di persone in Europa sono a rischio povertà ed esclusione sociale ed è preoccupante il numero di persone in lista d’attesa, lo scarto tra domanda e offerta, il numero consistente di giovani ancora nelle case dei genitori, il crescente numero di alloggi sovraffollati. L’housing sociale è dunque un’urgenza politica rispetto alla quale è necessario che l’Europa si attivi – come ha ricordato l’onorevole Benifei – in linea con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea che sancisce il diritto all’assistenza sociale e all’assistenza abitativa per tutti, la Strategia 2020 che delinea gli obiettivi specifici per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e, da ultimo, il Pilastro dei Diritti Sociali che ha reso vincolante garantire alloggi di qualità per coloro che ne hanno bisogno.

Come sostenuto da Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo, “Il futuro e la serenità delle persone si basa su tre fattori fondamentali e concreti: la casa, il lavoro e la salute. Uno dei problemi con cui il nostro Paese e l’Europa si scontrano è la crescente domanda di alloggi accessibili e dignitosi. I prezzi e le condizioni del mercato privato sono spesso proibitivi per le famiglie, tra cui quelle monoreddito, le giovani coppie, i pensionati, gli studenti fuori sede e gli immigrati che vivono regolarmente nelle nostre comunità. Il modello di housing sociale italiano è nato circa 13 anni fa in Fondazione Cariplo, che lo ha sperimentato e realizzato insieme alla Fondazione Housing Sociale e ad altri operatori; è un esempio di come una fondazione crea innovazione sociale. Dimostra che si possono realizzare case di qualità e al contempo accessibili”.

L’origine del modello nasce dal primo fondo immobiliare etico ideato da Fondazione Housing Sociale (FHS), operante in Lombardia dal 2006, che ha raccolto inizialmente 85 milioni di euro da investitori pubblici e privati ed ha attualmente una dimensione di oltre 500 milioni di euro. Questa modalità di reperimento delle risorse finanziarie ha ispirato il Sistema Integrato di Fondi (SIF), introdotto dal Piano Casa nazionale nel 2009. Il SIF ha raccolto un totale di 3 miliardi di euro e attualmente costituisce un fondo nazionale, il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA), amministrato da CDP Investimenti Sgr. Con un ammontare di 2 miliardi di euro, il FIA investe in fondi immobiliari locali, gestiti da altre società di gestione del risparmio, attraverso partecipazioni nel limite massimo del’80% ed è uno tra i più importanti programmi di investimento ad impatto a livello mondiale.

Il modello si è dotato negli anni di nuovi strumenti finanziari e di una governance necessari a gestire la significativa crescita del progetto. A fine 2016 infatti i fondi locali approvati in tutta Italia sono 31 di cui 9 affidati a diversi gestori con un potenziale di oltre 270 progetti, ovvero 20.000 unità abitative e 8.500 posti letto in alloggi temporanei o per studenti, oltre ai servizi locali.

Il principio caratterizzante il lavoro di FHS – come ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere Delegato di Fondazione Housing Sociale – è di voler fornire un nuovo modello di abitare che ponga attenzione alla dimensione sociale del luogo, con l’intento di favorire l’aggregazione comunitaria e uno stile di vita sostenibile. Questa modalità genera un cambio di paradigma nel passaggio dall’Housing all’Homing, nell’ottica di un welfare abitativo, come ha ribadito Giuseppe Guzzetti secondo il quale inoltre, nello sviluppo di questi progetti, le fondazioni rivestono un ruolo chiave operando in sinergia con le istituzioni.